sabato 26 dicembre 2009

martedì 22 dicembre 2009

Maltrattamenti ad animali

Matino:
decine di cani avvelenati
nell'indifferenza dei politici e di ogni responsabile...
Taviano:
centinaia di cuccioli abbandonati nell'indifferenza del Sindaco che DOVREBBE prendersene cura tramite apposite strutture.
Questi cuccioli sono destinati a morte certa
poichè le persone che li ritrovano
di fronte al diniego dei responsabili (generalemente) li riabbandonano al loro destino.

Prima o poi la GIUSTIZIA renderà "merito" a queste persone INDIFFERENTI ?!

sabato 19 dicembre 2009

MANIFESTO CONTRO IL SINDACO

Un manifesto con accuse
da considerarsi certamente pesanti CONTRO il SINDACO e l'attuale amministrazione Tavianese
fatto affiggere dall'artista ANTONIO GARZIA
che si ritiene "maltrattato e boicottato".

Altri manifesti della Gial Plast ...sempre contro l'operato di Sindaco ed amministrazione.

cosa c'è in giro ?

Guardo le tv locali e sento parlare unicamente di "Pupi di cartapesta", di presepi, di alberi di Natale, di Babbi Natali che (a spese nostre) visitano scuole e quartieri.
Idem sui giornali locali... con l'elenco di tante feste, ovunque.
Della crisi non ne parla nessuno.
Dei genitori licenziati e costretti a casa non ne parla nessuno.
Della sporcizia e dell'inquinamento ovunque
non ne parla nessuno.
I politici hanno monopolizzato l'informazione e "abbagliano"
la gente con feste e lucine.
Nessuno che si impegni a "progettare" lavoro, sviluppo, progresso equilibrato.
Nessuno che sa come sfuggire a questa crisi sempre più drammatica,
e tutti (nostri amministratori compresi) che parlano soltanto di feste e di sciocchezze.
AUGURI.

venerdì 11 dicembre 2009

Puglia: Muoiono sette capodogli spiaggiati

Solo in due hanno ripreso il largo. Inutili i soccorsi, rimasti troppo a lungo sulla spiaggia i cetacei non ce l'hanno fatta.
Ora si tratta di analizzare i tessuti e svelare le vere cause della strage

FOGGIA - Nove capodogli si sono spiaggiati ieri notte nei pressi della Foce di Capo Iale-Laguna di Varano una località situata sul litorale pugliese, nel territorio del comune di Peschici. Sette sono morti. Due sono riusciti a riprendere il largo.
La prima segnalazione è stata lanciata ieri pomeriggio dagli uomini della Capitaneria di Porto di Vieste che hanno allertato il Centro Nazionale Studi Cetacei e il servizio Veterinario. Al momento dell'avvistamento quattro dei nove capodogli erano già morti. Ora anche gli ultimi tre, che fino a poco fa giacevano bloccati a venti metri dalla costa.
In giornata, a pattugliare la zona e monitorare la situazione è stata inviata una motovedetta. Diversi soccorritori sono stati indirizzati sul posto. Nonostante le indicazioni contenute nel protocollo internazionale per i grossi cetacei, la procedura di salvataggio ha fallito. L'operazione prevedeva di imbracare ogni animale per poi sollevarlo e trascinarlo delicatamente al largo. Facile a dirsi, difficile a farsi. Per portare a termine un'operazione simile è infatti necessario rimuovere i cumuli di sabbia che bloccano il cetaceo cercando di evitare che il peso dell'animale provochi lo schiacciamento dei polmoni. Per riuscire in quest'impresa, ha spiegato il prof. Nicola Zizzo della facoltà di veterinaria dell'Università di Bari, "ci vorrebbero mezzi enormi, di quelli americani. In Europa non esiste niente di simile".
Nal frattempo, continuano le indagini dell'unità operativa dell'Università di Padova, per prelevare dagli animali dei campioni di tessuto da analizzare per capire quale sia stata la vera causa dello spiaggiamento.
In base alle prime analisi, si tratterebbe di capodogli Physeter macrocephalus e non sembra si tratti di soggetti malati. Varie le ipotesi avanzate sulle cause che hanno portato i 9 capodogli ad arenarsi sul litorale del gargano. Tra le più probabili qualche forma di avvelenamento, un trauma legato all'attività dell'uomo, o quella avanzata dall'associazione animalista Marevivo che si sta occupando della vicenda: i cetacei avrebbero perso l'orientamento finendo sulle spiagge del promotorio pugliese, forse, anche a causa delle mareggiate. "Resta da chiarire quali siano le cause, che non saranno note fino al completamento delle analisi e dell'autopsia" ha spiegato Rosalba Giugni, presidente dell'associazione.
A causare il trauma degli animali potrebbe anche essere stata l'onda d'urto legata agli scavi di un pozzo sottomarino. Ancora niente di certo quindi. Per ora solo qualche deduzione.
Un evento insolito che ha attirato molti curiosi sulla spiaggia. Tuttavia, al contrario di quanto aveva fatto sapere la Capitaneria di porto di Vieste, da una ricerca condotta da Marco Affronte e Leandro A. Stanzani della Fondazione Cetacea onlus di Riccione, sono emersi dati che portano i ricercatori a parlare di "presenza storica del capodoglio nel mare Adriatico".
Si tratterebbe di una cinquantina di avvistamenti in 400 anni di cui molti si riferiscono a casi di spiaggiamento.

Puglia e mistero

(da la Gazzetta del Mezzogiorno.it)

Mistero sulla Murgia
le auto a folle risalgono la pendenza
di Nicola Curci


POGGIORSINI - I fungaroli a caccia di cardoncelli e cosche passano davanti a un vecchio epitaffio sulla Murgia, a pochi chilometri in linea d’aria da Castel del Monte. Qualcuno si segna, un altro passa senza guardare. Molti non sanno nemmeno a cosa rimandi quella croce nera. Un luogo misterioso, quanto misconosciuto. Una caligine di mistero che protegge il dubbio.
Basta parcheggiare la macchina proprio davanti al cippo per rendersi conto che la logica della fisica tradizionale finisce davanti all’insostenibilità del portento. Motore spento, marcia in folle, nessun freno inserito ed anche un pesante autocarro inizierà a scalare a passo sostenuto quello che, anche il rigoroso livello a bolla d’aria, ci rivela essere un leggero pendio. Senza trucco e senza inganno.
Potere della suggestione o c’è dell’altro? Quello spicchio di steppa pugliese detta Murgia ha memoria di strane coincidenze, tutte marcate con decisione sul quaderno della storia.
L’incidente La lancetta dell’orologio del tempo si sposta indietro, alle 20,40 del 30 ottobre del 1972. È buio pesto quando un Fokker F27, il volo di linea 327 ATI proveniente da Roma verso Bari si schianta sulla Murgia, tra Corato e Poggiorsini, contro la stalla di un complesso colonico a Masserie Nuove. Perdono la vita 27 persone (22 passeggeri e 5 membri dell’equipaggio). Salva per miracolo un’intera famiglia di coloni, quella del 51enne coratino Giuseppe Rutigliano, che pranzava con sua moglie, la 47enne Eugenia Tarantino, ed il piccolo Paolo, di soli 10 anni. Il Fokker termina la sua corsa distruggendo la stalla della masseria, uccidendo circa 200 tra pecore e vitelli. I cronisti, arrivati sul posto poco dopo i soccorsi, descrivono l’atmosfera come assolutamente surreale, stridente nei contrasti.
«Una scena terribile, - ricorda Antonello Ambruosi, all’epoca giovane cronista - una vera tragedia. Per superare il cordone di polizia e carabinieri dovemmo aggirare la masseria a piedi nel buio pesto. Ci capitò di passeggiare sui rottami nostro malgrado e, forse, di schiacciare anche qualche cadavere. Ma la scena più sinistra era costituita dalla visione delle pecore, nella stalla. Ancora su quattro zampe. Ma carbonizzate. Nessuno capì nulla di quello che era realmente accaduto, si fecero tante congetture. Ma il fatto restò avvolto nel mistero».
Per davvero. L’altimetro, che funzionava, segnalava la quota esatta, 1.450 piedi, ossia 460 metri sul livello del mare. Il bollettino meteo non parlava di turbolenze, il cielo stellato, la voce del pilota che aveva comunicato «pista in vista» a 50 km circa dall’atterraggio, nonostante le condizioni di visibilità ottimali. Tutte argomentazioni troppo stridenti con quello che accadde.
Si finì per dare la colpa al pilota, Giuseppe Cardona, palermitano, veterano del volo, il cui corpo venne trovato fuori dalla cabina, in prossimità della coda del velivolo, dando vita a congetture strane sugli ultimi istanti del Fokker. Poi ogni altra supposizione venne congelata. Ed il caso venne mandato in archivio.
Strane coincidenze Anche se nessuno mai si disse abbastanza soddisfatto dall’esito delle indagini parallele della Direzione aeroportuale di Bari e delle procure di Trani e Bari, coordinate dai magistrati Piccarreta e Bisceglia.
Erano, infatti, passati solo 17 giorni dal disastro aereo delle Ande, in cui perirono 29 persone a bordo del volo 571 della Fuerza Aerea Uruguaya che trasportava in Chile una squadra di rugby. La storia dei 16 sopravvissuti, salvati due mesi dopo, è arrivata a noi attraverso la cinematografia. Ma nessuno pensò che, anche per quel disastro, si trattava di un Fokker F27, attrezzato con un sistema di navigazione uguale a quello dell’incidente pugliese, il cosiddetto Vor (Vhf Omnidirectional Range), che ha costituito, fino alla rivoluzione del Gps, lo standard di navigazione aerea per voli a corto e medio raggio. Un sistema ritenuto sicuro, ma pur sempre condizionato dal magnetismo terrestre.
L’osservatorio Bendandi di Faenza, a tal proposito, parlò di influsso nefasto di una tempesta solare sulla sciagura del 30 ottobre, azzardando una congettura suggestiva per i tempi. Affascinante come quella del «disco rosso», un oggetto volante misterioso avvistato da un testimone a poche decine di minuti dalla caduta del Fokker nei cieli di Corato, dettaglio che venne inserito nel corposo faldone d’indagine dal direttore dell’aeroporto di Bari, Mario Cascella.
La seduzione misterica dei luoghi, poi, ha fatto il resto. A 200 metri dalla masseria centrata dall’aereo giace la necropoli di San Magno, misterioso complesso di tumuli funerari dell’Età del bronzo ancora parzialmente da indagare. L’occhio attento scorge in lontananza la sagoma inconfondibile del Castel del Monte, un’icona del dubbio ed un trattato architettonico di alchimia ed esoterismo. Ad un tiro di schioppo, la più grande polveriera d’Europa, quella di Poggiorsini, ed almeno tre siti nucleari. E, nella memoria collettiva, le tante storie di pastori che cianciano ancora di una grande collina cava, proprio tra le tante alture steppiche, un sesamo stipato di improbabili aggeggi.


Il mistero L’arcano resta in piedi gagliardo, anche grazie ad un autovettura che si muove da sola, in un luogo misterioso, nel cuore della Murgia nucleare. Potere della suggestione, o c’è davvero qualcosa di più?
«L’unico modo per fugare i dubbi - precisa Riccardo Losito, geologo andriese, profondo conoscitore della Murgia - è quella di procedere scientificamente, effettuando misurazioni sui luoghi e cercando di capire se siano o meno interessati da fenomeni di magnetismo terrestre. L’esistenza di un forte campo magnetico spiegherebbe tutto. Forse».
E forse qualcuno controllerà, incuriosito da questo intrigante patchwork che seduce e rimanda alla condizione oscura del mistero.

Già, il mistero, «la fonte di ogni vera arte e di ogni vera scienza». Così, almeno, la pensava Albert Einstein.

mercoledì 9 dicembre 2009

La politica di oggi è solo numeri.

Appare angosciante vedere parlamentari ed alti esponenti politici che
(invitati in importanti trasmissioni)
snocciolano solo numeri...
falsi ed inidentificabili.

Non hanno più idee se non quella di conservare la propria poltrona
(grave limite degli esponenti di destra, centro e sinistra!)
ribadendo gli incredibili numeri dei propri successi!

Infatti i numeri che ci elencano sono TUTTI FALSI !
E' falso che abbiano fatto quelle cose,
è falso il fatto che ci illudano di averlo fatto "a regola d'arte" (bene!) ,
è falso che abbiano dato l'appalto a chi i lavori li sa fare ed abbia un prezzo corretto per quanto è da fare.

E' falsa ogni cosa...
a partite del fatto che l'Italia sia un Paese CIVILE...
perchè in realtà non lo è!

I milioni di euro stanziati in Calabria per fare 1000
pozzi sono scomparsi e nessuno sa dove (dopo aver fatto soltanto il primo pozzo!)
...nemmeno REPORT (trasmissione RAI 3) è riuscito a capire dove siano finiti quei denari !
Sono SCOMPARSI centinaia di miliardi stanziati dallo Stato Italiano attorno al 1950 per SOSTITUIRE ogni 5 anni le traverse dei treni

e NESSUNO sa dove siano andati...
mentre le traverse son restate sino a pochi anni fa (sostituite da quelle in cemento dopo ennesimo ulteriore finanziamento) al loro posto.
Sono scomparsi i milioni di miliardi stanziati per "eliminare ogni passaggio a livello" in Italia attorno all'anno 1965 ed all'epoca di P.L. ne vennero chiusi non più di 5 !!!

L'Italia è una truffa continua a qualsiasi livello...
e la gente comune accetta di essere raggirata in eterno silenzio.

Quanto è necessario... come in realtà gestiscono ?

Ancora caos nel centrosinistra Pugliese

Vendola: non mollo
Emiliano: mi candido
solo se lo chiede Niki

BARI – Il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola (Sl) dice no al Pd, nazionale e pugliese, e annuncia che non intende fare passi indietro: «Mi candido – afferma – e vado avanti». Poi a chi gli chiedeva se ha intenzione di chiedere a Michele Emiliano di candidarsi per il centrosinistra, risponde: «Non gli farei mai un torto simile, non lo farei nè a Michele Emiliano nè alla città di Bari».
Il commento è alle dichiarazioni fatte oggi dal sindaco di Bari e presidente dell’assemblea regionale del Pd, Michele Emiliano, a proposito della candidatura del centrosinistra alle prossime regionali.

Stamani Vendola ha registrato nella sede della sua «Fabbrica», in via De Rossi, a Bari, una video-lettera di risposta al segretario regionale del Pd, partito che dopo avergli dato via libera qualche settimana fa alla corsa per la presidenza della Regione Puglia targata 2010, ha cambiato rotta. E ieri, con il suo segretario regionale, Sergio Blasi, ha rivolto al governatore Vendola, attraverso una lettera ai democratici di Puglia un duplice invito: quello di rinunciare all’autocandidatura, annunciata nelle scorse settimane, e di ricercare insieme il candidato che possa consentire l'allargamento dell’alleanza del centrosinistra a Udc e Idv in modo da poter «impedire che a marzo la destra torni a guidare la Regione».

L'appello a Vendola da parte di Blasi è stato fatto mentre nelle stesse ore in cui partiti e formazioni della sinistra rinnovavano al governatore il loro appoggio incondizionato. «Rischia di diventare – afferma oggi Vendola – una specie di reiterazione monotona e stucchevole di un repertorio musicale che abbiamo ascoltato sin troppe volte». «E' un repertorio - dice Vendola – fondato su argomenti opachi, non comprensibili non solo al popolo ma a molti protagonisti della vita politica e quindi non si può che rimandare al mittente una lettera che fra l'altro non è rivolta a me ma mi assume come un involontario capro espiatorio».

VENDOLA: NO A PRIMARIE? AUTOMATICA MIA CANDIDATURA
Il Pd «si assuma fino in fondo la responsabilità di sapere che senza primarie Vendola è candidato automaticamente, candidato di un popolo largo che è di centrosinistra e che sta anche fuori dal centrosinistra».
«Il Pd – rende noto Vendola – da tutta Italia mi sta chiedendo di resistere. Ci sono mobilitazioni che attraversano tutta la penisola e che dicono di un affetto e di una stima che non può non pesare nel dibattito politico». «Ho generosamente messo a disposizione la mia riconferma sul sentiero positivo delle primarie. Trovo francamente incredibile - continua Vendola – che il teorico più appassionato delle primarie, cioè il Partito Democratico e dentro al Pd il più visceralmente legato al tema delle primarie come il segretario regionale Sergio Blasi, oggi cancellino con un colpo di spugna il tema delle primarie». Quindi si assumono fino in fondo la responsabilità di sapere che «senza primarie Vendola è candidato automaticamente».
«E Vendola – afferma il presidente della Regione Puglia – è candidato nel nome della buona politica, contro la cattiva politica». «In questi giorni dal Nord e dalle Isole, dal Sud e dal centro Italia la piazza del Pd, dell’Italia dei Valori, del centrosinistra, delle giovani generazioni mi ha detto unanimemente per ore, abbracciandomi, assediandomi con un affetto straordinario, "non mollare"». «Ecco, io non mollerò», conclude Vendola.

VENDOLA: NON SARO' IO RESPONSABILE SCONFITTA
«Io responsabile di una eventuale sconfitta del centrosinistra in Puglia? È un giochino che non riuscirà». Così il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha risposto sulla eventualità, ipotizzata in queste ore anche dai vertici nazionali e regionali del Pd, di una sconfitta del centrosinistra alle prossime regionali in Puglia a causa della sua autocandidatura, considerata la necessità, posta dal veto fatto sul nome del governatore da Udc e Idv, di allargare la coalizione ai partiti di Casini e di Di Pietro.
«E' evidente di fronte agli occhi di tutta la Puglia – dice Vendola oggi – quale sia la manovra e chi rischia di produrre una sconfitta senza precedenti». «Nel cuore dei pugliesi sarebbe scritto a caratteri cubitali il nome e il cognome di chi porterebbe quella responsabilità. E - conclude Vendola – non è il mio nome e non è il mio cognome».

EMILIANO: CONDIVIDO LA LETTERA DI BLASI. VENDOLA PUO' SCEGLIERE IL SUO SUCCESSORE

«Non mi sto occupando di costruire alleanze e di candidati. Condivido la lettera che ha scritto il segretario regionale del Pd Sergio Blasi, credo che la condivida tutto il Pd». Lo ha detto il sindaco di Bari e presidente regionale del Pd pugliese, Michele Emiliano, a proposito della situazione politica in Puglia e del «no» video-registrato oggi dal presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, alle richieste fatte ieri – attraverso una lettera ai Democratici Pugliesi scritta da Blasi – dal Pd a Vendola di rinunciare all’autoricandidatura alle regionali del 2010 e ricercare insieme il candidato che possa consentire l'allargamento del centrosinistra a Udc e Idv (i due partiti hanno posto il veto sul nome di Vendola per le prossime regionali).


«Siamo tutti nelle mani di Vendola» - ha sottolineato Emiliano in una intervista radiofonica «credo che Vendola potrebbe dare una mano grandissima alla Puglia a sbloccare questa situazione che sta facendo un po' ridere tutta l’Italia. Vendola può scegliere il suo successore»


Emiliano, sul cui nome ci sarebbe l’assenso di Pd, Udc e Idv, ha assicurato anche oggi la sua «totale indisponibilità» a candidarsi. «Ribadisco: io – ha detto Emiliano – non sono disponibile a candidarmi alla Regione Puglia», però se a chiedergli di candidarsi fosse lo stesso Vendola «sarebbe una cosa molto diversa».


«Ho l’impressione – dice Emiliano riferendosi a Vendola - che a dire 'dopo di me il tracollo', 'dopo di me la tragedia' ci siano rimasti solo Vendola e Berlusconi». Si sente di dire qualcosa oggi a Vendola?, gli è stato chiesto. «Non spetta a me – ha risposto Emiliano – parlare a Vendola». Però sottolinea: «Cerco di essere chiaro: io ho fatto un congresso regionale per tentare di ricandidare Vendola, questo congresso io l’ho perso. Ho messo a rischio per ricandidare Vendola la mia carriera politica, rompendo legami molto forti con il Pd, adesso non capisco cosa Vendola vada cercando da me. Lo dico con chiarezza e anche con un po' di irritazione».


E sempre oggi è stato reso pubblico il resoconto di un fuori onda di Emiliano registrato lo scorso 21 ottobre in una intervista sul teatro Petruzzelli. «Non mi azzoppate il mio candidato per la Regione, Nichi Vendola», disse Emiliano in quella occasione. E' il giorno – il 21 ottobre – in cui i giornali pubblicano i risultati di un sondaggio sui presidenti di Regione e il gradimento di Vendola agli elettori pugliesi è dato in calo: Emiliano definisce nel fuorionda il governatore pugliese «uno sventurato», e sottolinea che quel dato si riferisce a maggio 2009, quindi a un’epoca precedente agli scandali della sanità: «Se lo facessero oggi, il sondaggio, sarebbe peggiore», commenta nel fuorionda. «Mi riferivo – spiega oggi Emiliano – a sondaggi di quel momento ed erano brutti. Li conoscevo perchè in quel momento ero il segretario regionale del partito».

E oggi come sono i sondaggi?, gli viene chiesto. «I sondaggi di oggi – risponde Emiliano - non li conosco». Sempre nel fuorionda Emiliano, il 21 ottobre, tra l’altro, assicurava: «Non c'è un altro candidato al di fuori di Vendola». E sulla possibilità che sia egli stesso il candidato, in quella occasione negò decisamente: «Io candidato? Non esiste proprio: l’ho promesso a san Nicola – dice ancora nel fuorionda – che sarei rimasto a fare il sindaco di Bari, è chiusa la questione».

lunedì 7 dicembre 2009

Bersani va in tv e silura Vendola

ROMA – «Allo stato attuale delle cose Nichi Vendola non raccoglie il sostegno di alcuni partiti che possono essere determinanti» per vincere le elezioni regionali in Puglia. Lo ha detto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, intervenendo oggi a «In mezz'ora». Qualora insistesse nel cercare la candidatura alla presidenza della Regione Puglia, ha aggiunto, «dovremo trovare una soluzione insieme».

Secondo Bersani il centrosinistra deve trovare una soluzione per le elezioni regionali in Puglia in modo da evitare «di consegnare la regione alla destra». «Noi – ha detto il segretario del Pd – vogliamo raccogliere il consenso di tutti, da Idv all’Udc, per evitare di consegnare la regione alla destra». «Dobbiamo trovare assieme la soluzione. La nostra stella è questa: attenzione, non possiamo consegnare alla destra questa regione. Lo diciamo al presidente Vendola e alle altre forze».

In Sicilia, invece, «Lombardo deve dire con chiarezza se è finita una fase politica», quella della sua alleanza con il centrodestra, «e poi spiegare il programma», perchè il Pd «non è interessato nè a governare in Sicilia, nè ad andare ad elezioni anticipate».

Bersani ha poi affermato che sul Piemonte «si sta ragionando». Per quanto riguarda poi la Lombardia e il Veneto, Nersani ha detto: «Lì siamo nelle condizioni di poterci mettere in operazioni plurali, alternative. In queste regioni noi siamo a disposizione». Infine, il Lazio: «siamo in condizioni di farla la competizione. Anche qui con alleanze e candidature in grado di vincere».